L’idea

“L’idea è nata durante il lockdown del 2020 quando, avendo forzatamente più tempo per me e per i miei progetti, ho iniziato a riflettere su alcune idee che avevo in testa da tempo e che non avevo mai avuto il tempo di approfondire” racconta Alessandro Paulis.

“In quel periodo, infatti, mi era capitato di leggere un report che parlava della plastica monouso e dei danni che provoca all’ambiente con indicazioni normative e numeri di mercato, e quella è stata la scintilla”.

Lavorando come Industrial Designer da più di trent’anni in diversi settori sempre legati all’innovazione, ho iniziato a pensare a quanti oggetti ci circondano e sono dannosi per l’ambiente: infatti,

“Io penso che il design non sia il fine ma lo strumento per migliorare la vita delle persone”

Fra tutti gli oggetti dannosi che ci circondano ogni giorno, ce n’è uno prodotto ogni anno in milioni di copie e potenzialmente dannoso per chi lo usa: il cotton fioc. Ho iniziato quindi ad analizzare 3 problemi principali:

Da un’idea a un progetto aziendale che rispetta l’ambiente

Dopo aver iniziato a sviluppare l’idea progettuale, ho coinvolto un amico ed esperto di startup management, Alessio Serafini, che mi ha aiutato a trasformare l’idea in un progetto economico e sostenibile.
Insieme, abbiamo presto trovato il supporto dell’Incubatore d’Impresa di Venezia e di Lazio Innova, un acceleratore della Regione Lazio, e siamo riusciti a coinvolgere Business Angels con una grande esperienza in progetti innovativi e, di conseguenza, a integrare nel team altre competenze, con esperienze fondamentali per il corretto sviluppo del progetto.

Una comunità

EarBuddy è il risultato del confronto fra varie persone che nel tempo ci hanno dato feedback sia come utilizzatori finali sia da esperti di vari settori, compreso quello medico.
Con loro abbiamo costruito nel tempo diversi prototipi, abbiamo analizzato i diversi problemi riscontrati per migliorare sempre di più il prodotto e siamo arrivati ad oggi: abbiamo in mano una soluzione utile, efficace, ecologica, che ha suscitato curiosità anche tra i medici otorinolaringoiatri a cui l’abbiamo presentata.

Infine, abbiamo brevettato EarBuddy grazie al supporto di Invitalia, un’agenzia statale che sostiene l’innovazione in Italia.